Antonio Conte non è mai stato così in discussione da quando ha accettato l’incarico dell’Inter. La sconfitta di ieri ha messo ha nudo le sue pecche. La Gazzetta dello Sport elenca tutte le colpe di Antonio Conte:

Primo motivo: l’Inter è partita pigra anche ieri. Non basta denunciare la carenza di furore della squadra. Un allenatore, quel furore deve sapere evocarlo. E’ il suo mestiere. E invece troppe volte, l’ultima domenica scorsa col Toro, l’Inter è entrata in pigiama.about:blank

Secondo motivo: la partita l’ha rovinata Vidal, il più voluto dal tecnico, quello che avrebbe dovuto arricchire la squadra d’esperienza e invece l’ha affondata con due gialli in un minuto, sullo 0-1, castrando di fatto la possibilità di rimonta.

Terzo motivo: meglio se dal mercato fosse arrivata la qualità tecnica che manca a questa Inter, finita in balia del palleggio gli spagnoli fin dal primo minuto. I nerazzurri hanno tirato una volta in porta in 90′, a ridosso dell’80’. Quando l’Inter riesce a tenere alti i ritmi, a pressare feroce con la squadra corta, riesce a essere pericolosa, anche con linee di gioco prevedibili. Quando, come ora, rallenta, emergono lacune tecniche strutturali che Conte, fedele ai suoi dogmi, fatica a intercettare con variazioni e nuove idee.

Anche l’Atalanta non è al top. Ieri Gasperini ha cambiato carte: fuori le punte. E ha sbancato Anfield. Per ritoccare il copione e aumentarne la qualità, come richiede il calcio europeo, Eriksen sembrava l’uomo giusto. Che senso hanno i 4′ finali di ieri? Quando un giocatore fallisce, soprattutto se ha alle spalle trascorsi nobili, non è mai solo colpa sua. Così come non può essere solo colpa di Hakimi, la pesante involuzione che lo ha colpito. Forse c’è da chiedersi se i principi di gioco di Conte, più muscolari che tecnici, c’entrino con la scarsa fortuna che ha sempre trovato in Champions“.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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