Elegante e pungente al tempo stesso. Massimo Moratti ha replicato con classe ad Andrea Agnelli. Il presidente della Juve ha messo un like al post di un tifoso che non vorrebbe lo scudetto, perché “la Juve non è come l’Inter”. “C’è una leggerissima differenza – ha detto l’ex patron nerazzurro -. Allora si trattava di una truffa, qui di un virus che ha paralizzato il mondo”.

Poi si lascia andare ai ricordi, e alla Champions vinta 10 anni fa: “Emotivamente, la Champions l’abbiamo vinta al Camp Nou. La partita più drammatica della mia vita. Giocata quasi interamente in 10 per l’espulsione ingiusta di Thiago Motta. Vedere Eto’o sacrificarsi in fascia rincorrendo chiunque fu un segnale forte. Lì capimmo che il destino era dalla nostra parte, che potevamo superare ogni ostacolo. All’addio di Mourinho ero preparato. Fu comunque doloroso, ma ricordo che quando ci abbracciammo in campo gli dissi che a quel punto poteva fare quello che voleva. Fu lì che lui iniziò a piangere. Mai ne avevamo parlato prima Non volevo rompere l’incantesimo. Però ci scambiammo qualche sguardo che valeva più di tante parole. Ci siamo rivisti due sere dopo. Venne a cena a casa mia, con la Coppa a centro tavola. Quante risate!”. 

Milito invece a fine gara disse: «Non so se resto»: “Quella sera commisi l’errore di non dire che era da Pallone d’oro. Forse Diego non si sentì abbastanza apprezzato. Ma non diedi peso alle sue frasi. Dove venderlo? Mi viene ancora da ridere. Era al top e se non si fosse infortunato si sarebbe ripetuto l’anno dopo. Se hai una squadra così forte e non hai bisogno di soldi, perché dovresti cambiarla? La verità è che sbagliai la scelta dell’allenatore. Benitez era bravissimo, ma non era la persona giusta. Avrei dovuto prendere subito Leo, non a Natale”. Infine una battuta sul mercato e su Lautaro che può lasciare l’Inter“Se arriva Messi, ci sto. E se Leo è impossibile, al posto del Toro vorrei Dybala”.

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