Sta nascendo una squadra diversa, un po’ meno Internazionale e un po’ più nazionale. Lo impongono i tempi e lo vuole l’a.d. italianista dell’Inter: Beppe Marotta ribadisce sempre l’importanza di uno zoccolo tricolore per costruire gruppi vincenti“. Così apre la Gazzetta dello Sport, che ipotizza i futuri colpi italiani per l’Inter.

Il fronte più caldo resta, comunque Sassuolo – prosegue la Rosea – dove Marotta ha da tempo rapporti solidissimi: al momento i gioielli più belli dell’altro a.d. (e carissimo amico), Giovanni Carnevali, sono appunto Scamacca, Frattesi e Raspadori. L’interesse tecnico per tutti e tre è noto da mesi, ma nelle ultime settimane c’è stato un passo avanti, deciso, sui primi due nomi. In uno dei consueti incontri nella Lega di Serie A, Marotta ha chiesto al massimo dirigente del Sassuolo informazioni sul centravanti romano e sul centrocampista, anche lui ex giallorosso. […] L’Inter ha fatto la sua doppia mossa con l’unica formula in questo momento a disposizione: il prestito con diritto di riscatto, che può diventare obbligo a determinate condizioni. Carnevali li ritiene incedibili, mentre per l’estate pensa solo ad una cessione immediata a titolo definitivo. A che prezzo? Le schermaglie sono appena iniziate. Si parla di 40 milioni per il centravanti, mentre ancora non esiste una quotazione certa per il mediano“.

Il giro di Viti, invece, è stato completato nelle ultime settimane: il 19enne Mattia è stato seguito da vicino nella sua crescita tumultuosa, da quando Andreazzoli l’ha lanciato a Cagliari un po’ a sorpresa. Il tecnico dell’Empoli alterna per scelta i suoi centrali, ma il ragazzo entrato nel settore giovanile a 9 anni ha già messo in fila sei presenze da titolare. Tutte secondo lo stesso copione: calma olimpica, piede sinistro educato, concentrazione in marcatura, grandi margini di miglioramento in costruzione. Per i dirigenti dell’Inter ha un che di Bastoni, che venne messo sotto contratto nel 2017 quando di presenze in A ne aveva appena tre: tutti si augurano che segua lo stesso cursus honorum“.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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