Interessante analisi questa mattina sul Corriere della Sera firmata Mario Sconcerti, dal titolo “Le assenze di Zhang e quello che Conte non ha fatto”. Questo un estratto del suo pensiero:

“L’Inter esce con calma dalle sue ultime possibilità quasi non avesse mai creduto di averne. A Roma non c’è stato nessun furore, solo una buona, normale partita di fine campionato fra due squadre di qualità ma esauste… E’ mancata soprattutto la voglia di giocare, la convinzione che fosse una partita diversa, decisiva. Non c’è stato niente di Conte, tranne la buona disposizione in campo e la facilità a ripartire da dietro. Una strana partita rimediata alla fine con uno strano rigore, netto, ma strano nel senso di mai visto prima. La firma giusta su una stagione in parte buttata, come l’Inter fosse una squadra bambina sempre piena di voglia di combinare guai… Si parla di quanto latiti Elliott nel Milan ma non è che Zhang sia presente. Marotta è sempre lì, ma ai giocatori interessa la presenza di chi li paga, è il dialogo con il capo che aggiorna l’autostima, gli altri sono compagni di squadra. Dovrà pensare a quel che ha fatto anche Conte, forse a tutte le sue ultime tre stagioni di cui una passata a casa… Se ha gettato in questa squadra un seme buono, è tempo lo faccia crescere. Vincere l’Europa League sarebbe un premio giusto anche per lui. Altrimenti è acqua buona sotto i ponti… Una squadra che subisce una media di 40 gol a stagione è comunque sbagliata, fuori da giustificazioni tattiche. Il punto è come rifarla e con quali mezzi. E soprattutto con quale allenatore”.

Fonte: TMW

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